Stare a bordo, in regata come in vacanza, conduce a parlare del più come del meno, e non necessariamente di scotte, sartiame acquartierato e forma delle vele. Il tempo è tanto, la conversazione prende piede, si allarga, spazia liberamente, varca i confini del contingente bellissimo, dei ricordi e dell’attualità. Si innescano connessioni inattese, partono le riflessioni e nuove idee, il filosofeggiare come lo humour, lunghe e gratuite esplorazioni in giochi intellettuali e ti ritrovi come niente a rivedere le tue certezze e a modificare i tuoi pensieri.
Dopo un paio di giorni sei incapace di rimettere in fila gli argomenti toccati, puoi solo constatare che i fiumi di parole sbrodolati, in realtà, consegnano all’altro solo e tutto te stesso.