Poco fa, nell’ennesima sera a Perugia, il cielo dopo il tramonto per un attimo mi è sembrato essere proprio una volta. Rotondo, pieno, più chiaro verso ovest, dietro il cupo e vicino orizzonte, completamente nero a est. E per un attimo, rapito dalla meraviglia di aver alzato gli occhi in una città-lavoro, mi sono chiesto “Ma dove cazzo sono? Dov’è che…“
Sì, ero in mare aperto, e il mio sguardo si è orientato da solo verso lo zenit, tentando inutilmente – senza che io lo volessi – di bucare il riverbero urbano sulla coltre di smog-umido, alla ricerca delle stelle.
Ma purtroppo non ero in mare, e qui non ci sono stelle. C’era “solo” il ricordo del sole, tramontato lentamente alle nostre spalle, in un’altra, e sempre bella traversata.
Una bella traversata notturna (un’altra, un’altra ancora), e la cupola di stelle sopra di noi, è tutto ciò che i miei occhi aspettano.