Non succede a tutti, e anche su Shasa c’è stata qualche eccezione, ma recentemente (Croazia2014) quanto sto per annotare si è verificato molto molto spesso, con Fabrizio e la sua P.
Quando arriva il momento di andare a dormire, in barca ciascuno si ritira un po’ quando vuole: spesso tutti insieme, ma a volte c’è chi scende presto per leggere un po’ in cabina, chi si addormenta appena mette la testa sul cuscino, chi si ferma in pozzetto per l’ultima sigaretta o per godersi le stelle.
Abbiamo tanto tempo a disposizione, e anche una discreta voglia di riposare, e ovviamente nessuno si mette a puntare sveglie e tanto meno il bravo skipper “decide” a che ora svegliarsi e partire. Massimo relax, innanzitutto! Ma la mattina è molto probabile che, appena il primo si alza, entro pochi minuti anche gli altri aprano gli occhi per dare segno di vita.
E Shasa si ripopola, lentamente ma spesso nel giro di pochissimo, per affrontare un altro giorno di grande bellezza, comunque vada.
Questo risveglio all’unisono accade a orari sempre diversi, e nonostante tutte le attenzioni dei primi ad alzarsi (specie se con bimbe già entrate in attività) a lasciare agli ultimi tutto il sonno che desiderano. Ma niente, non si scappa: si sveglia il primo, si svegliano tutti. E soprattutto non ce n’è uno che si lamenti…
[Sono persuaso che dormendo in barca, senza che tu ne sia cosciente il tuo cervello (che non si spegne nemmeno di notte) inizia a percepire il movimento naturale del galleggiamento dello scafo, lo sciabordio lungo le murate, e vi si abitua. Chi si alza per primo anche senza volerlo produce un minimo di rumori (ad es. lo scricchiolio dei paglioli o lo scorrimento del tambuccio), ma soprattutto modifica l’inclinazione della barca, e questi sono segnali anomali per il cervello, che si attiva.]