Barcolana 2017. #2 Regata (Morbìn!)

Ci siamo. Barcolana49 sta per iniziare.

Siamo in mare, dietro la linea di partenza, in mezzo a 2mila e più barche. Centinaia e centinaia di barche piccole, grandi (enormi!), vecchiotte, nuove fiammanti, utilitarie, fuoriserie, noleggiate, barchette di famiglia da generazioni, mostri tecnologici costruiti appositamente, bolidi leggerissimi, plasticoni, residuati di vecchie America’S Cup, monotipi leggerissimi. Lo sguardo fatica a fissarsi, è come essere un calzino minuscolo in un’immensa centrifuga di un bucato non tuo.

Provo a scambiare due parole rassicuranti con uno stupefatto Bevons (che come Mala e Rambo è alla sua prima regata, che inizio invidiabile!), ma anche stavolta riesco solo a dire “che figataaa…”

Circling

Fabrizio è già in modalità piena efficienza. Abbiamo rilevato la linea di partenza, e anche se abbiamo ancora il motore acceso, l’equipaggio è già al suo posto:

  • Jacopo: prodiere
  • Bevons: aiuto prodiere e albero
  • Rambo: tastiere
  • Mala: scotte
  • Giuliano: scotte
  • Buga: libero (supporto a prua e in pozzetto)
  • Pia: palco reale, a godersi la messa in scena (e riprese fotografiche)
  • Il grande Fabri: timone e tattica

Mentre il tempo scorre lentissimo, il cielo si è placato, e pare che l’ultimo alito di borin ci voglia dare un gentile calcio in culo per affrontare il primo lato. Come strategia, pertanto abbiamo deciso che quest’anno è ragionevole azzardare e tentare la sorte in boa (partendo più vicini a Trieste che a Miramare), proprio là dove si sta ammassando quasi la metà delle barche. Mancano 5minuti e spegniamo il motore, con la sola randa facciamo circling avvicinandoci sempre più alla boa. Intorno a noi c’è il mondo, e tutti stanno facendo la stessa cosa che facciamo noi.

Diamo genoa. È il segno che manca davvero poco e che è arrivato un mio momento: in quanto prodiere devo stare a prua ed essere gli occhi di Fabri dove i suoi non vedono (cioè sotto il genoa), e nel caso gestire le precedenze e le urla alle e dalle altre barche. Urla se ne sentono tante, ma mi pare meno delle altre volte (tanto che non si vede spuntare nemmeno un parabordo preventivo). Eppure il borin spinge, sano e allegro, a 15nodi. Ecco, adesso lo so, sarà il solito delirio per riuscire a fare gli ultimi 100metri per arrivare sulla linea incastrati tra altri mille…

E invece no. No, perché, come l’anno scorso, Fabri ha il suo personale – e assoluto – colpo di genio. A -60″ si mette, o meglio ci mette, proprio lì dove nessuno di solito vuole stare: viriamo a poco più di una (nostra) lunghezza a destra della prua di Spirit of Portopiccolo (barca di 26m che poi vincerà a man bassa la regata!). E impercettibilmente inizia a orzare. Stringendoli al vento, teoricamente avremmo la precedenza… “Oh, mio dio, questi manco ci vedono tanto siamo piccoli, nemmeno sanno che esistiamo, e io cosa faccio, io adesso cosa dovrei fare, chiamare acqua ai fratelli Benussi?!?” Mentre sono lì a prua a fare l’Amleto constato che tra noi e loro, che sono chiaramente più veloci di noi, ci saranno almeno 13-14metri. Sollievo… Siamo tutti in anticipo, e loro hanno il boma spalancato sottovento, per sventare la randa e andare più lenti. Il boma è spalancato. Dalla nostra parte… Il loro boma è lungo tipo 14-15metri e alto quasi 1, e peserà come mezza Shasa, e lo vedo che sta facendo rotta verso la mia testa. E vabbè che io lo scanso, ma il nostro strallo di prua no, e cazzo qua ci disalberano… “Oh! Acq..” mi muoiono le parole in gola. Portopiccolo sta orzando a sua volta e inizia ad accelerare. Per ora siamo salvi.

Ma non è finita. Mancano 20″ al via e siamo troppo vicini alla linea. Fabri tenta in ogni modo di star vicino a Portopiccolo ma dobbiamo poggiare di brutto davanti ad un muro di barche che ci sta venendo contro, da destra! E subito riorziamo e iniziamo ad accelerare e… BU-BUM! Dopo soli 2 secondi due passiamo la linea di partenza. Siamo partiti!

Partenza e Lato 1+2

Il colpo di cannone celebra contemporaneamente l’inizio della nostra Barcolana49 e il genio di Fabri. Non solo siamo partiti a 2″, che nemmeno all’Invernale di Ravenna. Ma in più siamo partiti così vicini alla barca più grande e favorita del pollaio dove, intanto, non ci voleva stare nessuno e quindi noi abbiamo avuto più acqua per navigare che se ci fossimo messi altrove. Appena partiti, poi, Portopiccolo se n’è andata a razzo sparendo all’orizzonte e lasciandosi dietro più che dei rifiuti (vento perturbato), un’autostrada di acqua meravigliosamente libera dal traffico (si fa per dire, siamo sempre in Barcolana!). Insomma, letteralmente, semplicemente, indiscutibilmente (non serve che trovi altri avverbi) una partenza p-e-r-f-e-t-t-a. Anche stavolta, Bravo Fabri!

Il borin intanto era già girato a scirocco e il primo lato è una lunga, lunghissima bolina. Siamo in mezzo a centinaia di barche (e qualche centinaio ce l’abbiamo davanti), tutte mure a sinistra. Chi stringe di più, chi stringe di meno… Ma con questo bordo alla prima boa non ci arriverà nessuno, e prima o poi dovremo virare. Vabbè, noi probabilmente, se conosco Fabri, vireremo quasi in layline (all’ultimo), così almeno magari saremo un po’ più liberi. Ma che casino sarà se qualcuno vira subito, tagliando il gruppone da destra, venendo mure a dritta costringendo tutti a virare? Potrebbe essere un disastro…

Per fortuna si vedono solo un paio di questi matti, non sulla nostra rotta, e vai che andiamo. Le vele sono a puntino, la barca vuota e l’equipaggio tutto in falchetta, e facciamo i nostri 6-6.3 nodi, eppure abbiamo l’impressione che ci manchino un paio di decimi di nodo all’andatura da regata cui siamo abituati… Capisco che Fabri stia timonando con dell’amarognolo dietro la nuca.

Iniziamo a fare tanti incroci. Alcuni ci sfilano a prua indifferenti seppur millimetricamente. Altri con abbondante margine ma con il terrore negli occhi. Altri sembra che siano all’America’s Cup per quanto urlano e si sbracciano per niente (come un certo JNP999 come noi… che alla fine ci arriverà dietro. Avrà pescato la carta sbagliata!). Quando manca circa 1/4 del primo lato viriamo anche noi. Mure a dritta siamo un po’ più tranquilli. Il vento gira ancora e viriamo di nuovo, sembra che possiamo arrivare in boa. Ma no. Alla fine viriamo altre 4 volte finché per davvero siamo in boa. E a virare tutti si divertono, a bordo, perché nonostante l’impegno di fare le cose pulite e veloci, c’è azione, si sentono i winch che trillano, le vele che schioccano e le scotte che cigolano…

Alla Boa1, l’imbuto infernale attraverso cui tutto deve passare, giriamo larghi fuori dal marasma (non vediamo collisioni, per fortuna). Forse un po’ troppo larghi tanto che Fabri nemmeno si accorge che abbiamo passato la boa. Siamo al traverso e dobbiamo risalire lungo lo stocchetto. Vicino a noi altre barche iniziano a scappellare meravigliosi gennaker, mentre noi stiamo ancora bassi. Devo girare il circuito dello spi. Faccio una giravolta, guardo Fabri interrogativo e lo rigiro un’altra volta. Fabri dà il segnale, e a prua io e Bevons diamo su lo spi 0.75. Quello “nuovo” piccolino nero-verde-viola, che va bene anche ora, se portato un po’ come un asimmetrico tutto strallato, mentre passiamo quasi senza accorgercene la Boa2, ben distaccati.

Lato 3

Strambiamo? Strambiamo! Poi ho il tempo di ammirare, tutto intorno a noi, decine centinaia di spinnaker gonfi e bellissimi. Tutta gente che, spero, stia godendo come stiamo godendo noi in questo momento!

“Jac, alza la campana più che puoi, non vedi che il tangone è impiccato!” E alzo la campana (il punto dove il tangone si innesta all’albero) più che posso, quasi in punta di piedi. Pronti a strambare! Stambiamo! Ecco, questa mi viene peggio, perché a momenti non riesco a tenere in mano il tangone, tanto è alto. Rambo, la prossima volta dammi giù l’alto… Ma mona mona tre volte mona mi che non ho abbassato la campana prima di strambare!

Shasa va! Anche se però il vento si calma e noi pian piano rallentiamo. Intorno vedo troppe barche superarci. Saranno tre, quattro, forse anche cinque… Non mi importa se sono grandi o piccole. Se le abbiamo messe dietro finora, vuol dire che siamo troppo lenti noi, non che sono veloci loro! E qui mi gioco l’asso che non ho ancora pescato dal mazzo:

  • Fabri, siamo lenti! Cambiamo lo spi, diamo su K626 che è più grande e facciamo la NOSTRA andatura!
  • Ma no, cazzo, dai… così fermiamo la barca [tipica preoccupazione da timoniere], finisce che perdiamo un sacco di tempo, dai che non stiamo andando male…
  • Ti capisco, ma vedi stiamo perdendo posizioni! [so ancora come parlare a un timonere] Se facciamo tutto bene (e prima di tutto se ti fidi), vedrai che in un minuto facciamo tutto…

Fabri fa una smorfia impercettibile, come se avesse mangiato un chilo di limoni, si guarda un attimo intorno e poi (santo, santo, santo il sangue che scorre nelle vene dei prodieri come lui!) pianifica la manovra. Pronti a cambiare lo spi! Lo so, starà pensando che ne perderemo come minimo due, di minuti, se tutto va bene. Ma avrà concluso che con quest’aria leggera il gioco vale comunque la candela.

Preparo K626, Bevons scompare nel calavele per aspirare l’ammainando, Rambo molla la drizza e lo 0.75 è giù in un attimo, mentre con l’aiuto e il sangue freddo del Buga, tratteniamo a stento le tre bugne tra le gambe prima che Bevons se le tiri di sotto. Mi sta passando tutta la vita davanti, e una alla volta stacco scotte e drizza e le aggancio nelle bugne già pronte del 626. Il moschettone della drizza è un po’ duro e perdo secondi preziosi mentre mi scivola tra le mani (evidentemente ci sto grondando sopra per la tensione), ma ora è tutto pronto, corro all’albero e… SU! Giuliano e Mala in pozzetto sono impeccabili mentre K626 sale da dove è sceso 0.75 e ora in tutto il suo splendore verde verde sì, è gonfio! E il mio orgoglio da prodiere anche di più: cambio spi in 45” netti (misurati da timestamp delle foto allegate).

Nel frattempo Bevons si sta spinando lo 0.75 sotto coperta e quando riemerge madido noi stiamo volando, abbiamo un altro passo. Giuliano ha in mano una scotta verde la cui calza si è scalzata e battibecca con tutti per la fatica che deve fare a trattenere la vela più grande e soprattutto per i tanti consigli che riceve gratis. Ora basta Giuli, pronti che strambiamo!

Mi raccomando Mala, non cazzare il braccio prima che abbia incocciato il tangone, se no non ce la facc..” DENG! Dito-prodiere-sfilato-tangone-incocciato-campana! In altre parole: c’è mancata una cellula epiteliale che perdevo una falange. O viceversa. Nel senso che non mi è mancata una falange e ho perso (solo) una cellula epiteliale.

Shasa adesso vola proprio. Non ci supera più nessuno! Cerchiamo la solita boa introvabile di Miramare. Ma oggi l’aria è limpida e ne intuiamo la posizione perché si vede bene dove finiscono gli spi e iniziano i genoa. Andiamo! Andiamo via ancora, mure a dritta, stando sotto (lato Trieste) mentre la maggior parte della flotta è a sinistra (lato Duino). L’impressione da qui è che girando il vento noi abbiamo fatto meno strada e abbiamo recuperato… Và se andiamo!

Mii… guarda quanti sono laggiù a sinistra… Pensa quanti ne stiamo superando… Ma cazzo! quando arriveremo in boa saremo ancora mure a sinistra e loro mure a dritta e dovremo ammainare o peggio strambare-e-ammainare all’ultimo e non sia mai che se non troviamo un buco ci chiudono fuori dalla boa! Boia… Questa tensione mi uccide.

Ma cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. E infatti, Fabri ne fa un’altra delle sue.

(Oggi il Capt. è decisamente in modalità agonistica). Aspettiamo all’ultimo. Ma proprio all’ultimo. Oddio… non avremo aspettato troppo?!? Alla nostra sinistra una flotta di 15-20 barche tutte ingaggiate strette sta arrivando minacciosa. A 3 lunghezze tre dalla boa (no, non ho detto a 50m, ho detto a 30m!) srotoliamo il genoa, a 2 lunghezze ammainiamo lo spi, e zacchete! strambiamo sulla boa (tanto vicini che se allungassi una mano fuori dalle draglie la toccherei) infilandoci poco meno di una lunghezza davanti alla prua della più vicina barca con precedenza (una barca blu, con timoniere sorridente che cortese quando avevamo iniziato la manovra aveva chiesto “ce la fate?”. Cose che non si dimenticano). Eh sì, cazzo, ce l’abbiamo fatta! E siamo davanti a tutto quel muro di barche lì.

Lato 4+5 e Arrivo

Ora è una corsa dei cavalli. Proviamo a scappare da una barca apparentemente performante e scontrosa che ci sta portando a casa di dio per dare gennaker (mascone 436, poi assente in classifica generale!). Fabri si ingarella e gli poggia sotto, per poi rispingerli su a sua volta (“Eeeh… Datelo adesso il gennaker!” Quando va fatto va fatto). E corriamo verso la boa di Barcola e poi da lì verso Trieste.

Attorno a noi un paio di Ufo (!) e un Mini650, dei 46piedi. Dietro di noi (ormai lontanissimo, incredibile) un IMOCA60. Sono le ultime decine di minuti, in cui c’è ormai poco da fare ma ci si gioca ancora qualche posizione in classifica correndo contro i nostri vicini: ragà pesi sopravento, concentrazione e far correre Shasa! Stare concentrati è durissima, ora che non dobbiamo più manovrare… sentiamo l’arrivo avvicinarsi, si chiacchiera un po’ più rilassati, proviamo a contare quanti ne abbiamo davanti. Chi dice 300, chi 400, chi 250… Fabri invece è un robot, impegnato a fare quel che sa fare meglio: recuperare ancora qualche metro, che diventa qualche lunghezza, sui cavalli affiancati a noi.

Passiamo la linea d’arrivo ed esplodiamo letterallmente di gioia e di un’emozione che è al culmine e deve sfociare da qualche parte. Abbracci, sorrisi, e l’immancabile grido di battaglia della nostra personale, bellissima Barcolana49 esplode spontaneo: “Ùuh!”.

Postumi

Pochi metri dietro l’arrivo avvisto la Beba IV, su cui ci riconosciamo Elena, Bissi, Cristiano, Nunzio… compagni di J24 cervesi, anche loro visibilmente soddisfatti (un Passatore da 8.50m che si piazza 353!) ed esplodo in un urlo di scherno alla volta di Federico (“Fedeee, dove cazzo vai?!?”) e ci scambiamo abbracci fraterni e sorrisi a distanza. Questo è la Barcolana. Condividere e provare le stesse emozioni, grandi e piccoli insieme.

Ci rintaniamo ancora una volta in un ormeggio all’inglese alla base del molo audace per sbarcare i 5 che torneranno via terra. Non prima di averne prosciugate 4 di prosecco (una donataci dai simpatici veneti impacchettati a noi) e una di grappa con i sigari celebrativi di Mala-HannibalSmith. A terra insieme all’Elena troviamo anche Bunny (un altro J-ista cervese), e volano altri abbracci e brindisi… Il mal di terra e la risacca (no, non le grappe, mamma) mi giocano un brutto scherzo proprio mentre sto risalendo in barca alzando le draglie e facendomi cadere sopra l’incolpevole Pia. Grattuggione ad uno stinco (i 25gg seguenti, fatti di dolorini e croste allungheranno il bel ricordo!). E poi il tempo dei saluti arriva implacabile.

È stata davvero la più bella Barcolana di sempre. Non solo per la partecipazione record (2.101 barche iscritte), ma anche per le condizioni di vento che hanno “obbligato” gli equipaggi a manovrare tanto e divertirsi. Oltre ad esserci, che è comunque un premio per tutti, per noi di Shasa è stato impagabile aver manovrato tanto e abbastanza bene e aver potuto dare così a Fabrizio quel minimo di tranquillità necessario e sufficiente per timonare concentrato e far correre la barca. Avremmo potuto fare meglio e sbagliare un po’ meno meno, ma difficilmente avremmo potuto divertirci davvero di più.

Fabri ha dimostrato una volta in più tutta la sua maturità di skipper, il suo sentire il mare e il suo sano (sanissimo) agonismo da regata. E poterlo dimostrare sulla SUA barca, che conosce tanto bene, e che lo ripaga di ogni fatica spesa, gli dà sempre quella spinta in più. Glielo leggi chiaramente in faccia mentre si tiene la barra del timone tra le chiappe e si guarda intorno con quel mezzo sorriso pronto ad esplodere. Ciò, ogni tanto el sarà pensieroso, ma sto mulo gà morbin, sà!

Il solo vero rimpianto è stato non aver potuto condividere con tutti gli altri compagni barcolanici rimasti a terra tanta emozione e soddisfazione. Perché ciascuno di quelli che è stato in Barcolana su Shasa anche solo una volta, a quanto pare…

Piazzamento finale di Shasa alla Barcolana49 del 8.10.2017:

  • 326 in classifica generale (su 2.101 iscritti, di cui 1.273 arrivati)
  • 43 in classifica generale Cat. 4 (su 233 arrivati)
  • 162 in Classe Crociera (su 991 arrivati)
  • 23 in Classe Crociera Cat.4 (su 201 arrivati)
  • 2 su 9 barche identiche (JNP 999 di Baruffaldi)
  • 3h15 tempo totale all’arrivo

 

E un grazie speciale a Pia, che ha documentato con tante belle foto questa Barcolana.

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