L’anima di Shasa

Shasa è costruita in sandwich di termanto e fibra mista kevlar/vetroresina in matrice epossidica; questo la rende leggera, rigida e….nervosetta!

Il bulbo in piombo in versione lunga pesa 1750kg di cui 250 circa sono concentrati in fondo in un siluro.

La barca è molto marina, so di qualcuno che ci è andato anche oltre oceano, noi nel nostro piccolo abbiamo girato il mediterraneo partendo da Cervia, tanta Croazia, poi il giro d’Italia, Corsica, Baleari, Costa Brava e di nuovo in Italia, passando dal Golfo del Leone, qualche anno in Toscana e liguria e poi nuovamente Adriatico nell’arco di oramai 23 anni di navigazioni.

Nelle varie peregrinazioni ha preso un po’ di tutto, nelle notti di inverno i vecchi narrano di una tempesta fra Minorca e Barcellona, una maestralata memorabile da Barcelllona a Marsiglia, colpi di bora a iosa (record circa 60kn) e buriane varie, senza mai una defaillance, una indicazione di pericolo o di difficoltà.

Come in qualsiasi relazione che funzioni, ci siamo presi cura reciprocamente e con costanza negli anni, anche perché Shasa è nata con noi, più precisamente con mio padre ed i suoi soci.

Abbiamo comprato la barca nella versione da allestire (guscio con bulbo e timone) da Baruffaldi, chiedendo una laminazione che inizialmente non era prevista, per avere uno scafo più leggero e robusto, l’abbiamo portata a Cervia al cantiere Fioravanti e l’abbiamo fatta allestire secondo il nostro progetto di interni, facendo poi fare messa in dima ed assemblaggio scafo-coperta da Brauffaldi.

Mentre Fioravanti faceva gli interni, noi passavamo i week end ad armare l’attrezzatura di coperta (winch, rotaie, trasto, falchetta, passauomo, organizer, rinvii, bitte, lande).

Questo ci ha permesso di avere la nostra barca, di cui conosciamo fino all’ultima vite e di cui siamo stati la causa degli unici difetti che ha(veva).

Il più eclatante è probabilmente il serbatoio carburante montato “per la larga”, che causava lo spegnimento del motore quando c’era mare formato e meno di mezzo serbatoio.

Perchè? perchè era 1cm più lungo dello spazio per il montaggio corretto “per la lunga” sotto il pozzetto e quindi abbiamo dato il via ad un sistema di pescaggio sui due lati con elettrovalvole che nemmeno lo Shuttle…

 Shasa 2.0

2.0 perché dopo un periodo di stop totale di 8 anni (OTTO, mi pare incredibile) in seguito alla paternità, da tre anni sono diventato l’orgoglioso unico proprietario (grazie al regalo della quota di mio padre ed al riscatto di quella degli altri soci, passati ad un 52 piedi) e questo è stato per me un nuovo inizio, anzi l’Inizio.

Mi sono sentito libero di fare qualsiasi intervento volessi, cosa che in realtà era già possibile, ma non per me, che sono un filino schematico nei miei ragionamenti.

Vista l’età della barca, 2.0 significa anche lavoretti e lavoroni di ammodernamento, ripararzione e manutenzione, che mi tengono impegnato durante l’inverno e sono la scusa per qualche birretta con Jac, supporter e mental coach nei momenti di sconforto da superlavoro.

Ma la soddisfazione di avere tutto esattamente come lo vuoi e lo hai pensato, ritrovare la sintonia e la fiducia nella barca, ripaga veramente qualsiasi sforzo.

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