Barcolana 2017. #1 Pre-partenza

Trasferimento

Fuori Ravenna, inizia la traversata

Fuori Ravenna, inizia la traversata

Sono passati tanti giorni. Sono passati giorni lenti, ma pieni, nell’attesa di questo appuntamento saturo di aspettative per l’equipaggio di Shasa. Giorni pieni dei lavori che Fabrizio ha intrapreso per rendere sempre più sicura e veloce la barca, giorni pieni di vela (nonostante il nostro legame, siamo “avversari” sui J24 a Cervia), giorni ormai saturi di voglia di esserci, alla regata più affollata al mondo (quest’anno abbiamo battuto ogni record, siamo 2.101 iscritti!), alla festa cittadina e popolare in cui partecipare è già una vittoria per chiunque, grande o piccolo.

Il martedì che precede la regata, approfittando della festività di San Petronio, partiamo da Ravenna Giuliano, Fabrizio ed io. Nel tardo pomeriggio, sotto una pioggerella delicata ma non per questo meno fastidiosa, realizziamo che abbiamo ancora qualche ora di luce e non ha alcun senso stare di guardia all’aperto a inzupparci. Ci rintaniamo sotto coperta e iniziamo a giocare a terziglio. Poi Fabri prende 3 bicchieri e inizia a fare 3 gin&tonic. Molto buoni. A metà del primo Giuliano inizia a sorridere allegro e a ridere compulsivamente. Fabrizio inizia a vincere a carte. E vai, altri 3! (in 2) e poi altri 2… Smette di piovere, e il mare è così piatto, ma così piatto che dai! Mettiamo su una pasta. Con tanto di padella piena di sugo buono. Sarà una notte di traversata diversa da tutte le altre (a parte per il fatto che Giuliano, dopo cena, va a riposare gli occhi in cabina), per calma (fuori e dentro) e per totale assenza di umido. La notte scorre lenta ma particolarmente piacevole. Scendo a dormire anche io per quelle che spero siano due ore e poi diventano 4. Quando riemergo manca davvero poco, e Trieste è là, bella da morire, immersa in raggi di sole che sbucano da nuvole incredibilmente scenografiche.

IMG_2621Ormeggiamo all’SVBG per perfezionare l’iscrizione e ci lanciamo verso Riva Tre Novembre, a rivendicare il nostro posto al gavitello. La città festeggia il nostro arrivo con le Frecce Tricolori e migliaia di persone assiepate proprio lì per ammirarci, ma non appena scopriamo una noia al motore, l’ennesima sfiga che l’età abbatte su questa barca meravigliosa, spariscono tutti. Gli ormeggiatori ci trainano dove è consentito ormeggiare. Sul Molo Audace. Ormeggio bello, scenografico, fotogenico. Ma un filo (proprio un filo) schiavo della risacca. Fabri ed io ripartiamo per Bologna, lasciando anche quest’anno il povero Giuliano a presidiare Shasa, ovviamente controvoglia.

Venerdì. Ritrovarsi

Il venerdì sera l’equipaggio da regata si ritrova tutto a Trieste. Fabrizio, Giuliano, Buga e Pia, io e i nostri tre novizi: Francesco detto Mala, Fabrizio detto Rambo e Danilo detto Bevons (colleghi di Fabrizio). Ci rallegriamo con un veloce giro di gin&tonic in stile fighettissimo milanesissimo (con bacche di ginepro e tràc! fettine di limone e zenzero, chiaro nòoo?!?). Poi arrivano AndreaV., Fabrizio e il mitico Com.te Tiomir, e si parla di vele, mani, traversate, barche a cui siamo affezionati.

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Siamo strani noi velisti. Possiamo parlare o anche solo ascoltare storie di mare per ore e ore e non stancarci mai, perché non finiamo mai di navigare, nemmeno con la mente. Tra lazzi e fette di salamone, la serata sfuma leggiadra in bicchierini di grappa buona e io mi sveglio la mattina dopo a casa di mamma.

Sabato. Allenarsi

DSC02098_rÈ sabato! È il giorno dell’Allenamento barcolanico! Mi precipito verso le rive a scavezzacollo per balzare in barca e mollare gli ormeggi, ma non prima di aver preso una sacrosanta, rilassata e civilissima colazione al cafè dei Speci con i Bughi.

Molliamo gli ormeggi! È un momento importante, perché i tre ragazzoni sono al loro battesimo della vela. Fabrizio ed io improvvisiamo una cerimonia rituale che prevede la distribuzione ai tre soggetti, ansiosi di imparare, di giubbotti salvagente, ovviamente extra large. “Li potrete togliere solo se e quando non farete più errori alle manovre. Altrimenti, cenerete a terra con quelli addosso!”.

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Cerimonia di Battesimo del Mare per Bevons, Rambo e Mala

Facciamo un lungo circling per ammirare le Signore del Mare uscire in parata mentre vanno a sostenere la Barcolana Storica. Dalle altre barche tutti ci guardano. Strano… Ah, già, abbiamo a bordo tre cristoni in salvagente arancione!

Mettiamo il muso nel golfo e sì, siamo ufficialmente in mare! Pian pianìn il vento arriva. Mezza termica è sufficiente per imparare i fondamentali e fare tante, tante prove. Viriamo! Issiamo spi! Strambiamo! Ammainiamo! E così via. Io inizio a preoccuparmi perché i tre novizi hanno dimostrato piena autonomia, e si tolgono i giubbottoni arancioni mentre io a prua ancora mi attardo in indecisioni puerili circa il rapporto tra le scotte del genoa e il tangone, o sul lato dove va issato lo spi e quello del tangone…

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Relax a prua in attesa del vento

Arriviamo ad ormeggiare dopo 6 ore di allenamento e giretti, stanchini mortini ma lo spettacolo delle rive di Trieste stracolme di gente, davanti alla quale siamo noi a sfilare è sempre emozionante. Troviamo un ormeggio all’inglese in MoloIV. Nella fila a fianco uno stronzo di veneto (la sua barca si chiama Skaia, e purtroppo non sarà squalificata) che non vuole avere nessuno impacchettato a sé, grida NO! sostenendo che l’indomani parte alle 3. Una volta che noi troviamo posto in quarta andana, con dei vicini austriaci cordiali e collaborativi, constatiamo che lui e il suo equipaggio alticcio e maleducato disturbano e importunano le barche vicine. Insomma, in essi sta l’antitesi del vero spirito della Barcolana (che è accoglienza, collaborazione e uguaglianza), materializzata in merde. Tali che la mattina della regata alle 830 esse (le merde) non sono ancora a bordo, e quando arrivano sono molto meno allegri (smaltiranno la sbronza regatando? Rassicurante…).

 

DSC02239_rSabato sera usciamo a cena, troviamo Tris, Nina, Max, mammà. La Barcolana è condivisione! Si finisce la grappa e mentre gli altri bevono il bicchiere della staffa io prendo la strada di casa. Mi metto a letto. “Adesso dormo”. Si, adesso dormo, ma prima fammi ripassare un attimo le manovre… E gli altri, a bordo dormiranno?

Driiin!!! La sveglia mi fionda al MoloIV. Non voglio perdere un secondo di questo clima sospeso fatto di borin, freschéto, piòva, attesa e rimisiàr (i preparativi li ha già fatti tutti Fabrizio, maniacalmente, prima del mio arrivo). Mancano due ore alla partenza, siamo tutti vestiti a festa, Shasa compresa, e pluf! l’ultima cima d’ormeggio cade in acqua e la prua è già verso Barcola.

Barcolana, rivemo!

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