Buio!

gray_sail_darkÈ notte fonda. Siamo all’ancora, da soli, nascosti dietro un’isola da qualche parte in mezzo al nulla. Il cielo è coperto, non c’è luna, insomma là fuori non c’è una fonte di luce a pagarla, tanto che potrei affermare che, uscendo in coperta, non distingueresti nemmeno il profilo delle isole in contrasto con il cielo.

Io sono in cabina, a poppa, nella dolcezza di una notte tranquilla, in cui non si sente niente attorno, forse solo un flebile rumore di acqua sullo scafo. E Shasa mi ha fatto il regalo di svegliarmi delicatamente nella notte più fonda.

Gli oblò sono oscurati quindi se fuori non c’è luce, in cabina ce n’è meno di zero. Solo la luminescenza delle lancette dell’orologio da polso potrebbe turbare questa oscurità, ma sapendolo mi guardo bene dal tirare fuori il braccio da sotto il cuscino. È buio. Profondamente, irrimediabilmente buio. E Shasa, portandomi per mano verso un altro regalo come un bambino che segue le mollichine nel bosco, mi concede un lusso che non avevo mai avuto prima: tenendo gli occhi chiusi, non “vedo” quelle fastidiose scie luminose che mi sembra di avere sempre avuto, negli occhi, anche di notte. Quei “ricordi” della luce accumulata di giorno. No. Stavolta chiudo gli occhi e vedo proprio e solo buio. Ma buio buio. Il nero più pesto che abbia mai visto. Forse non lo è (i miei occhi sono sani!), ma è la prima volta che vedo un nero come questo.

Ad occhi ancora chiusi, vedo e ammiro questo buio totale, omogeneo e vellutato, che si estende nell’infinito del mio campo visivo, accentuato dal totale silenzio in cui siamo immersi. Me lo godo davvero come una prima volta. E poi con la dovuta gentilezza finisco di scartare il regalo di Shasa: apro gli occhi! E tutto, intorno a me è ancora, incredibilmente, inequivocabilmente, assolutissimamente buio.

Non c’è sorpresa, spaesamento o timore, non è il Buio che spaventa i bambini. C’è stupore e piacere, piacere puro, mentre constato che la stessa oscurità assoluta mi avvolge sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi.

Che meraviglia! Pura meraviglia. Ho fatto questa scoperta inaspettata, che mi riempie di gioia elementare, come un bambino che sorride nella pancia della mamma. E adesso che ce l’ho, che ne faccio, cosa succederà? Mi addormenterò perdendo il dono? Mi deluderò da solo andando alla ricerca di un barlume infinitesimo di luce che romperà l’incantesimo?

Niente importa, non ho aspettative, è solo piacere. Un buio amico e totale, buono, come un immenso vuoto nel quale, avvolgendo il mio corpo, la mia mente galleggia, immersa nella più incredibile vasca da sospensione sensoriale che abbia mai provato. Senza rendermene conto tutto il mio pesante corpo da tricheco si risistema da solo a pancia in giù, affondo la faccia nel cuscino e mi lascio fluttuare per un tempo mai come prima d’ora indefinito, davvero incommensurabile (1 minuto, 10, 1 ora? Non saprei dirlo) nel buio più buio che abbia mai conosciuto.

Sono passati dei mesi da quella notte. Come sempre, mi capita spesso di svegliarmi nel cuore della luminosa notte bolognese. Oddio, non voglio rimanere insonne per ore anche oggi, devo dormire ancora un po’, almeno mezz’ora… Riuscirò a riprendere sonno? Riuscirò a non far incollare la mia mente ai miei pensieri al lavoro, alle preoccupazioni? E qualche volta Shasa torna a darmi la carezza della buona notte. Mi basta chiudere gli occhi e rivedo quel buio cieco e pieno. E allora è il vuoto assoluto, lo contemplo, lo guardo e mi ci perdo. E basta questo per farmi tornare in cabina, a galleggiare sul mare, nel preludio a un’altra giornata di sole e di vento con persone che amo.

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